lunedì 23 luglio 2007

PASSO DOPO PASSO


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Aspettavamo da tempo questo momento..e sabato mattina le nostre voglie sono state soddisfatte.

partenza ore 8 dal piazzale "ognuno ci mette il tempo che deve"...e infatti si parte alle 8 e mezza abbondanti ma con i serbatoi pieni!!!
All'appello rispondono: un'assonnato pino con una nudissima (senza borse e palle varie) Suzzuki GSR, un'esaltato Fabio a cavallo di una fiammeggiante e carichissima Ducati S2R, Un mattiniero Topu accompagnato da una superchilometrata Kwasaki ER-6n e un chopperoso Lucaz con una chopperosa Honda VTX carica come un mulo.
Orami la vallassina è un po' come fosse il corridoio di casa nostra quindi la percorriamo quasi ad occhi chiusi, ma gia lì lo spirito cameratista del biker si fa sentire continuandoci a fare gesti di conforto e tenendo d'occhio le BORSE degli altri; arrivati in val chiavenna siamo rallentati da qualche automobilista che però ci lasciamo alle spalle quando puntiamo per san moritz. Superato il confine svizzero decidiamo di esorcizzare Pino sostando al benzinaio storico ove perse il suoi averi quel di che fu.
Ora la strada si fa interesante, tornanti, rettilenei, curvette, curvoni, sorpassi e... il Maloja e li che ci attende, le moto chiedono un meritato riposo come cavalli assetati che arrancano in alta quota; ma c'è un cavaliere, però, che non sente questo richiamo ed il povero cavallo di Pino prosegue la sua corsa fino a San Moritz (già da qui si può intuire il ruolo che ha a vuto il sempreverde sopranominato) contrariamente ai canoni istituiti dal codice dei centauri cinisellesi.
Recuperato il distratto biker proseguiamo per le strade svizzere masticando l'asfalto e facendo scorrere forte l'adrenalina nelle nostre vene ad ogni sorpasso.. ma approposito ad ASFALTO: io (topu) ho deciso di misurare la consistenza di tale manto stradale tentando di fare del motocros ad una rotonda e cascando come una pera sul suolo straniero (santi paratelai!!!!), ma mi rialzo con qualche mini graffio alla moto e all'orgoglio.
Il paesaggio è fantastico: sterminate pianure alternate da strette gole rocciose, centauri da ogni direzione e mano sinistra sempre pronta al saluto; dopo un gioco di sorpassi e contro sorpassi con un gruppo di menosi BMWisti e supersportivi (e menosissimi rompiballe) TMAXisti arrivaiamo al confine austriaco, ci rifocilliamo noi e le moto con cibo e benza svizzera prima di varcare la soglia dello stato.
Il paesaggio cambia poco, solo le pianure sono più sterminate, come i nostri pensieri di libertà, ognuno nel suo casco cantava canzoni e ascoltava i propri sentimenti, abbiamo fatto tratti di starda in cui c'eravamo solo noi quattro e le nostre motociclette, purtroppo non trovo le parole per descrivere il momento, forse perchè non ce ne sono.
innsbruck è ormai vicina, ancora qualche km immezzo al verde e finalmente varchiamo la soglia della città.
La atraversiamo lentamente ponendoci come obbiettivo un campeggio alle porte del capoluogo, ma forse non era un pensiero comune!! Infatti Pino prende la testa del gruppo e con un nervoso accostamento ci ferma, si leva il casco e , alle facce attonite degli altri che si chiedevano il perchè di tale gesto, risponde: "NON SI PUO' ANDARE AVANTI COSI'"... dopo una risata generale ne approffittiamo per riposare e organizzare meglio le idee.
Finalmente troviamo un posto per la notte (non prima di aver chiesto informazioni in un inglese improbabile).. montiamo le "utilissime" tendementre discutiamo con un tedesco sulle prodezze della ducati e dei ducatisti (da notare che tale personaggio nn spicicava una parola in inglese.. ma viva il linguaggio dei gesti).

Il gruppo decide di passare una piacevole serata in centro, ma non si aspettava che ci fosse "la sagra della gnoccas"...mammamia, inutile dire che innrbuck c'è piaciuta in tutto e PER tuttE.

Dato il divieto di circolazione (e di casino) dopo le 11 di sera, ci ritiriamo presto nei nostri sacchiapelo.. ma non nelle nostre tende, infatti abbiamo passato una piacevole notte sotto un cielo stellato... buonanotte
(...continua...)

dopo settimane di latitanza riprendo e concludo... scusate tanto!!!

Veniamo svegliati all'alba da un lontano suono di campane che chiamavano messa (alle SEI!!) e dopo esserci rigirati nei sacchiapelo per un po' decidiamo di alzarci, un cielo plumbeo ci accoglie al nuovo giorno, dunque smontiamo di fretta e furia le "utilissime" tende e paghiamo il conto ad un campeggiatore pignolo... ma economico!
Destinazione: Italia, Percorso: passo del Brennero senza autostrada, Difficoltà: sarebbe stato semplice con della segnaletica stradale decente... infatti siamo costretti a fermarci per riordinare le idee, forse attratti dalla mia fumante errina (radiatore bagnato) o da un motociclista simile a batman (pino con la mantellina) le polizia austriaca ci avvicina, dopo un discorsetto in un improbabilissimo inglese abbondantemente gesticolato gli sbirri si propongono di accompagnarci.. cosa? Sì ci accompagnano per almeno 3 km, dopo di che ringraziamo e ci separiamo.
La strada è piacevole, attraversiamo qualche paesino molto tirolese e ci fermiamo solo a recuperare i pezzi che Fabio lascia per strada (copri borse.. foulard...), il Brennero non ha niente di eccezionale apparte una spaventosa autostrada soprelevata e uno strudel ottimo che ci godiamo insieme ad un cappuccino.
Proseguiamo in Italia per strade ancora molto scorrevoli e piacevoli.. qualche dubbio sulle vie da percorrere ma ce la caviamo e ci dirigiamo verso Merano passando per il passo del Giovo: sembrava un passo del cavolo dalla cartina (nn avevamo letto la quota) ma la strada diventa sempre più impegnativa e interessante, ottima visibilità, poche macchine e ben'educate, l'ideale per le due naked bicilindriche che prendono la testa e la allungano come fossimo una giraffa, il resto del corpo è costituito dalla quattrotempi guidata dal sempreverde Pino che sostiene moralmente la ciopperona di Lucaz (non è forse una moto da montagna ma il pilota si difende bene tirandola nn male su per l'asfalto inclinato); gli ultimi tornanti meritano tutta la fatica e le schiene rotte data la loro collocazione immezzo al verde e l'ottimo stato dell'asfalto (una pista naturale wow!!).
Come sempre in cima ad un passo si trovano gruppi di fratelli motociclisti e simpatici personaggi sempre pronti a scattarti una foto!!
Ma non abbiamo tempo da perdere, in sella che si parte alla volta di Merano.
Attraversata la "metropoli" sud tirolese ci dirigiamo verso lo Stelvio lungo una via ampia e rilassante (passiamo anche sotto il castello della fors ma solo topu sa di cosa si tratta). Finalmente si intravedono i ghiacciai, deviamo e attraversiamo la cittadina di Prato allo Stelvio e io (Topu) vengo investito da ricordi di infanzia, ma abbiamo poco tempo per queste emozioni e occorre fare spazio per le nuove che ci attendono.
Ci prepariamo ad affrontarLo vestendoci con gli impermeabili e partiamo: il primo tornante è il numero 48 ciò significa che ne mancano ancora 47!!! mammamia, mentre ci arrampichiamo mantenendo il gruppo molto compatto lo spettaccolo che ci circonda è sempre piu agghiacciante, rocce e ghiaccio ci fanno da sfondo, man mano che si sale ci si accorge che l'atteggiamento comune dei personaggi che si incontrano è molto famigliare, auto, moto e bici sembrano dirsi: "siamo tutti nella stessa impresa" e c'è collaborazione e comprensione nel momento in cui si sbaglia un tornante o si vorrebbe sfogare la manetta.
la strada è un'imponente serpentone che si arrampica su un'immenso masso alto 2758m, e noi siamo i sui piccoli parassiti a due ruote che ci serviamo di lui per raggiungere la vetta.






in cima ci attende un'immenso parco-moto, e dei panini con salsiccia e crauti servito da due pittoreschi tirolesi!!



Dopo aver assaporato l'aria della montagna più alta fino ad ora toccata con le nostre gomme ripartiamo verso Bormio.



La strada in discesa è ancora mozzafiato e per qualcuno anche mozzabenza, il ducatone (the italian ingenier's error..va be l'inglese) si dimostra una beona e tanto per cambiare Fabio rimane a secco... ma con un gran culo riesce arrivare al benzinaio senza spingere: 5 km di discesa a motore spento!!!




Il resto del viaggio è stato un pò una palla perchè eravamo stanchi e poi c'erano dei lavori che ci hanno fatto disperdere per la val tellina, ci fermiamo solo per ricompattare il gruppo ormai smembrato e per una coca ma.. fatalità: tanto fortunato con la benza quanto sfigato con la strada, una disconnessione traditrice porta il nostro ducatista a saggiare il terreno, ma per fortuna la bassissima velocità (praticamente fermo) e le ottime borse laterali parano il colpo limitando i danni ad uno specchietto molle e graffiato!!





Dopo questa disavventura si torna a casa passando per il nostro solito corridoio "vallassa".








Una volta a casa guardiamo il contachilometri: quasi 830km in 2 giorni... fantastico!! un'assaggio dell'estate che ci aspetta e una passione della quale non ci si puo non innamorare!




Grazie ragazzi!!

mercoledì 18 luglio 2007

Due giorni nel "podere" di Re Vittorio

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Clicca qui per vedere la galleria fotografica della gita a Ponte di Legno

Si doveva partire alle ore 9.30 di Sabato 14 Luglio, ma la madre di Max gli fa un cazziatone di 30 minuti sulla posizione delle borse e sul suo essere disordinato... fatto sta che si parte alle 10 all'appello rispondono Max, Luca con Roberta al seguito e Fabio.
Pronti via e si percorre la Valassina come il TGV percorre le Alpi, inesorabile e silenzioso viaggia verso la meta, solo il dover fare benzina rallenta i centauri fino a Morbegno.
Poi arriva la statale e la CODA, il Rosso Ducatista frusta bene i suoi cavalli, Max stimolato da un pezzente scuterista che lo supera non è da meno, rischiando di toccare con le borse un camion e superando il predetto pirla a due ruote, sale sul marciapiede a SINISTRA e fa la rotonda successiva a mo di dosso, tra autovelox, finanza che sequestra moto, rallentamenti vari si arriva al bivio Tirano-Aprica qui Chuck il ducatista tocca una macchina con una borsa il tipo scende e Chuck... tira un calcio, no tira via il casco guarda la macchina e dice all'automobilista che non c'è niente, questi dopo aver guardato con il microscopio se ne va dubbioso.
Intanto manca Lucaz, il tempo passa e lui non arriva, lo chiamiamo e lui risponde ci sono quasi...
Eccolo si parte per l'Aprica, la strada comincia a salire e l'adrenalina pure...
Non proveremo le emozioni di un ciclista che riesce a vincere le asperità, ma l'orgasmo è quasi sfiorato, si viaggia che è un piacere, si scollina e via per Edolo spettacolo ora poca strada ci separa, ma ugualmente spettacolare, si passa vicino a nomi altisonanti MORTIROLO, GAVIA le salite storiche, l'emozione sale ed eccoci arrivati... il più giovane degli Zanini (il mitico Vittorio!!!) ci accoglie a casa sua a PONTE di LEGNO.
Il sole ci abbronza, la nonna Zanini ci ristora con un fantastico pranzo, poi quattro passi in riva al fiume, bagnamo i piedi e disturbiamo due piccioncini che amoreggiano, poi prendiamo le nostre moto e si parte per il punto più alto mai raggiunto dalle nostre due ruote:
PASSO DEL GAVIA 2621 metri sul livello del mare.
Tutti ci avevano avvertito:
"La strada è stretta!!!"
ma nessuno aveva detto che nel punto con pendenza 16% due moto fanno fatica a stare affiancate...
comunque si sale su tornanti che sembrano spire di un cobra che ti soffocano, come l'abbraccio di un innamorato e ti senti leggero felice, un po' intimorito dall'incognita di non avere tutto sotto controllo, ma esaltato dall'andare su e vedere paesaggi fantastici, con pecore e mucche al pascolo.
Dopo una galleria gelida, avevo le stalattiti all'uscita, si arriva al passo e vediamo la nuda natura, con un lago, tante montagna e il barometro naturale (presto avremo la foto), tanti centauri, tra cui un gruppo di harleisti di Ravenna che avevano 500 km sulle spalle e come obiettivo Livigno, delle sagome assieme ad un figone da paura.
Poi si scende a casa Zanini per cena e riposo, non prima di aver visto un tipico film da centauri (La principessa SISSI!!!! sob!!!)
Mattino sveglia alle 9 e Max va con Vittorio a messa e vede la città Ponte di Legno, conosciuta benissimo per quel che riguarda piste e sentieri per nulla per quanto riguarda la parte "urbana".
Lucaz, Roby e Chuck partono per il Tonale e la Val di Sole che Max tutt'ora reputa una strada inutile e pallosa.
Ora parlo io, Fabio... il vecchio Chuck, dato che Max non ne capisce tanto di strade.
Alle 9:30 di domenica mattina siamo in sella: ci attendo solo 12 km... ma saranno 12 km di divertentissima salita.
La strada è larga e sgombra da macchine, l'ideale per far ruggire i nostri motori.
In 10 minuti siamo a 1883 mt sul mare, siamo al Passo del Tonale.
Parcheggiate le moto si decide di fare un giro a quote più elevate... biglietto per l'ovovia, 10 euro :-(( e si arriva su in alto. Ad aspettarci ci sono due laghettini e un enorme ex-ghiacciaio.
La vista sulla vallata è stupenda. Piccolo girettino a piedi...foto di rito ma ci acorgiamo che ci manca qualcosa... e non è Max.. ahahah.... ci mancano le nostre selle, ci manca l'aria sul viso. In un baleno si decide di scedere e di continuare la provinciale. Altri 15 km spettacolari di discesa... arrivati a Fucine, la strada bella finisce.... e data l'ora di pranzo.. si decide di fare inversione per raggiungere la reggia di re Vittorio. Su verso il Tonale e giù verso Ponte di Legno dove ci aspettano 2 tonnellate di spaghetti e 1 il pollo più grosso che si sia mai visto.... non è Max!!! Era proprio un pollo..quelli che si mangiano!!Ora faccio continuare Max.
Ritorno a casa dopo aver visto il fenomeno della MotoGP (cioè la parte business delle due ruote, un po' come gli scooter) che cade e il Bastoner che va piano perchè ha le bolle alle gomme.
Tutto sembra andare bene si scende per la statale 42 del Tonale e della Mendola, finchè il Kaiser rimane in riserva, ma la moto non prende benzina da essa e gli tocca spingere, i compari non se ne avvedono e quando tornano indietro non lo trovano più fatto sta che il biondo si fa 6 km a spinta e poi via tirata lungo il lago d'Endine poi si fa la passerella fino a Milano in A4.

domenica 8 luglio 2007

a SPASSO con l'ospite

Sabato 30 giugno 2007: il gruppo va a cavalcare le onde (max compreso) di caneva tranne due disertori: Topu e Pupo.
I due, delusi dalla mancata 2 g moto e saccoapelo (la "colpa" e stata anche mia), decidono di rifarsi con un girettino in zona e decidono di portare un'ospite: con una suzuki sv-s e una tutona in pelle blu si presenta un'assonatissimo Davide Vazzola.
Già alla prima curva si nota che tanto assonnato non è e che ne ha da insegnarci il giovane (più vecchio di tutto il gruppo).
Obbiettivo: ignoto.. partiamo dirigendoci verso Monticello, proseguiamo per Montevecchia e poi ci indiriziamo a Lecco.. l'ospite propone una divertentissima e "curvosissima" variante che ci porta, mio malgrado, a percorrere anche parte della strada dove io (topu) ho battezzato la mia moto con l'asfalto, e parte della strade che ho fatto a bordo di un carro atrezzi e gli occhi gonfi...al dilà di questo la strada era davvero mozzafiato e il nostro capobranco teneva alto il ritmo senza mai esagerare ma senza darci tregua.
proseguiamo dirigendoci verso Bellagio (non senza sbagliare strada però), alla deviazione per il pian del tivano: saliamo..inizia lo spettacolo, la strada era pressochè deserta (sgombera sia da auto che da motociclisti pazzi scatenati) e le nostre tre frecce nere si arrampicavano felinamente sui tornanti, sfogando i bicilindrici in uscita e fissando le santissime gomme al suolo a ogni piega.
finalmente arriviamo al tanto ambito bar sul passo e possiamo riposare i cervelli fumanti da tanta concentrazione, ma non rilassiamoci troppo però che dobbiamo tornare.
si scende proseguendo per la strada che ci porta verso Como.. non amiamo la discesa, soprattutto su strada stretta, quindi il gruppo rallenta un pochino ma non si fa scappare qualche avventato sorpasso. tornati sulla "Como bellagio Lecco" decidiamo di ritornare a Bellagio.. cosi giusto per gradire e perchè una volta tanto la facciamo in santa pace sta strada, senza super eroi a due ruote e lumacosi automobilisti.
la concentrazione cede il passo alla stanchezza e decidiamo di tornare con una tranquilla vallassina.
Arrivati a casa ringraziamo l'ospite per la bella strada proposta e per averci fatto da saggio apripista e torniamo a casina mooolto soddisfatti delle nostre performances.